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Piccoli consigli su come aiutare il tuo bimbo ad affrontare un intervento chirurgico

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Vi racconterò la nostra esperienza personale. Come io e mio marito abbiamo preparato Iaia, che ha tre anni e mezzo, ad affrontare i giorni precedenti ad un intervento chirurgico ed il giorno stesso. Lo farò attraverso la voce del mio bimbo, come un racconto che scorre da solo. Purtroppo, e fatemelo dire proprio perchè non riesco a tenere a freno la lingua, alcuni blog di mamme anche di un certo rilievo, dispensano consigli banali e noiosi sull’argomento senza spiegare come affrontare realmente la questione dal punto di vista del genitore, del bambino e delle sue reali necessità. Noi non siamo psicologici, ne pedagogisti, possiamo solo raccontare come abbiamo fatto vivere a nostro figlio questa esperienza. L’abbiamo fatto senza improvvisare: giorni e giorni di preparazione, di dispensazione di consigli da parte di amici, delle maestre d’asilo e di persone fidate. Per altro ringrazio ora tutti tantissimo dell’appoggio perchè non ne ho avuto ancora il tempo..

Sono in vacanza dall’asilo da tanti giorni. L’idea dello scorrere del tempo, per noi bambini non esiste, ma posso pensarlo perchè una mia compagna incontrata ad una festa mi ha chiesto: “Come stai Iaia, perchè non vieni più all’asilo e mi fai vedere cosa hai sul collo?” Io ho pensato: “ma cosa? Ah si la magia della pallina che è andata via, che mi dice sempre la mamma che sarà finita soltanto dopo che si sarà staccato il filo magico. Ah boh, poco mi importa..”

Il primo giorno che sono andato in ospedale mi hanno svegliato mamma e papà insieme, che bello! Di solito papà esce sempre a prendere il treno, invece quella mattina mi ha detto che eravamo in vacanza. Ricordo che era ancora buio fuori e l’ho fatto notare. Poi, subito dopo aver chiesto di poter fare colazione  – la solita a base di biscotti al cioccolato e gallette di miele – mamma mi ha detto che l’avremmo fatta fuori in un posto bellissimo con brioche e succo di arancia. Ium, pensai, non male. Poi papà mi ha dato un vasetto trasparente e mi ha detto che avrei dovuto fare la pipì dentro perchè dei signori dovevano controllarne il colore sia a lui che a me. Mi sono divertito tanto a centrare con la pipì il barattolo.

Quando siamo arrivati in questo posto, ricordo che abbiamo aspettato un pò in una sala d’attesa piena di libri e giochi. Poi sono entrato con mamma in un’altra stanza piena di bambini che piangevano. Devo dire che ero un pò preoccupato, ma poi una signora molto gentile mi ha fatto vedere una farfallina con un piccolissimo ago. Mamma mi ha fatto notare che c’erano delle rane sulla parete e intanto mi ha cantato una delle solite nostre canzoncine. Poi mi ha rimesso la camicia e mi ha dato una caramella gommosa e una merendina al cioccolato. Già solo l’idea di poter avere una caramella mi ha distratto parecchio. Ma altro che caramella, dopo ho mangiato una mega brioche al bar, come mi aveva promesso mamma!

Ricordo che dopo abbiamo preso una di quelle grosse ascensori che si fermano ad ogni piano ed il nostro non arriva mai perchè dobbiamo sempre fare salire tutti. Siamo arrivati in un’altra sala d’attesa. Vicino ad un tavolo c’erano due ragazze con il camice che giocavano con un bambino. Io mi sono unito e sono stato con loro tanto tanto tempo..Abbiamo fatto un puzzle delle principesse e poi abbiamo giocato al lupo. Ricordo che quando mamma e papà mi hanno detto che dovevamo entrare in una nuova stanza e vedere un altro dottore, io ho fatto molta fatica a staccarmi da questi due angeli. Anche Leo, (nome inventato) un nuovo bambino che da poco si era unito a noi nel gioco, ha fatto fatica a lasciare le signorine, tanto che si è rotolato per terra e ha pianto disperato perchè non voleva tornare a casa. Mamma e papà qui mi hanno spiegato che dovevamo fare un controllo per la pallina che mi dava fastidio sotto il collo. Non avevo nulla in contrario. Devo dire che sono tornato a casa sereno. Anzi quando mamma mi ha riportato per una altro controllo pochi giorni dopo, ero entusiasta all’idea di poter rincontrare le mie amiche, cosi le avevo chiamate.

Una sera ho visto la mia valigia gufo in camera di mamma e papà e le ho chiesto se saremmo andati in vacanza, al mare.. Mamma ha cambiato argomento poi mi ha detto che lei e papà mi avrebbero spiegato dopo. La sera mi sono addormentato presto, ero tranquillo, anche se ricordo di essermi svegliato di notte un paio di volte perchè avevo una forte tosse. La mattina dopo mamma e papà sono entrati in camera mia che fuori era ancora buio, sembrava notte. Ho rivisto la mia valigia in ingresso e siccome ho dovuto mettere dentro anche il mio Nello, ho chiesto il perchè. Mamma e papà mi hanno spiegato che saremmo andati a dormire in ospedale per la questione della pallina, saremmo stati li qualche giorno, tutti, come in un albergo, e dovevamo portarci alcune cosine, come i miei libri preferiti e i miei dudu. Mi hanno detto che loro sarebbero stati con me sempre. Mi è sembrato rassicurante e divertente. Quando siamo arrivati all’ospedale mamma mi ha detto che forse dopo avremmo incontrato le mie amiche e sono stato molto contento. Dopo aver aspettato un pò di tempo siamo saliti con altri bambini in una sala giochi dove una signora ci ha fatto vedere delle immagini su un libro gigante. Tra queste una sala che ha chiamato la sala dei robot. Poi ci ha spiegato che ci avrebbero dato per bocca una medicina con una piccola siringa. Gli altri bambini, più grandi e molto più interessati di me, rispondevano alle domande della signora. Devo dire che io ho preferito disegnare un pò in disparte.

Dopo aver messo tutte le nostre valigie e Nello sul mio nuovo letto d’albergo è arrivata una signorina con il camice bianco che mi ha dato un grembiule azzurro molto simile a quello che ho all’asilo, mi ha detto mamma. Mi hanno tolto tutti i vestiti e me lo hanno indossato, ma hanno dovuto tagliarmelo sotto perchè era troppo lungo.. Dopo mi hanno dato una cosa per bocca con una siringa. Ricordo la voce stridula di una mamma della bimba sdraiata nel letto di fianco a me, che mi diceva quanto ero bello e se avevo la fidanzatina, poi qualcosa che davano alla televisione che non mi piaceva. Ma mi sentivo stordito, allora mamma ha iniziato a toccarmi le spalle e a massaggiarmi le gambe con dei piccoli colpetti. Del dopo ricordo poco.. 

E qui finisce il racconto perchè il punto di vista di Iaia del post operatorio non si può raccontare. Potrei parlare del nostro ma è molto personale. E poi penso di aver detto già abbastanza. La formula migliore è pazienza, amore e comprensione, non svelare troppo, soprattutto quando sono piccoli. Non è giusto ingannarli perchè perderebbero la tua fiducia, ma neanche raccontargli nel dettaglio quello che gli succederà. E’ importante creare un clima di normalità, soprattutto nei giorni precedenti  – anche se non è per nulla facile – in modo che non si agiti. E poi chiedere ad amici e parenti di essere discreti se possono, e non chiedere troppo soprattutto a lui. L’escamotage della magia funziona sempre anche quando sono più grandi. Io sono stata in ansia, non posso negarlo, sono umana. Ho passato giorni con il groppo in gola, forse mai cosi nella mia vita. Ma ho cercato di non darlo a vedere a mio figlio e ho studiato giorno per giorno come affrontare tutti gli step necessari prima dell’operazione, il prericovero, la questione dell’assenza dall’asilo e tante anomalie che il bimbo comunque coglie in un modo o nell’altro. Sono contenta di avervi raccontato tutto ciò perchè in caso di necessità spero vi possa aiutare. Per qualsiasi cosa, anche per i dettagli splatter che ho omesso, scrivetemi senza esitare.

Una buona giornata a tutte le mamme belle!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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