Vi racconto la mia brutta esperienza. Che però ha un finale allegro…
Dopo una splendida passeggiata fuori nel mio giorno libero, mio figlio ha pensato bene di chiudermi fuori di casa. Solo che le chiavi erano dentro insieme a lui. Panico totale. Per prima cosa, quando ho visto che la borsa era con me, ho afferrato il cellulare e ho chiamato la mia futura salvatrice. Prima chiamata: non ha risposto – aiuto – seconda: neanche, terza: risponde, corri a portarmi le chiavi! La mia fortuna è stata che il piccolo, dal momento della chiamata, è dovuto stare alone in casa solo un quarto d’ora, perchè il nostro angelo è arrivato subito con le chiavi. Ora dico solo, ma in quel momento mi è sembrato un secolo.
In seguito a numerosi tentativi da parte di Iaia di aprire la porta (una tenerezza, se ci penso ora mi viene da piangere), ho scoperto che da dentro lui poteva sentire la mia voce, per cui non l’ho lasciato un minuto. Abbiamo creato una situazione di gioco. Ho osservato bene l’interno della mia borsa: pensa Carol, pensa! Come potrei comunicare con lui in modo più efficace delle semplici canzoncine che gli ho appena intonato? Mi è venuto in mente di passargli qualcosa sotto la porta. Per cui mi sono armata di carta e penna (la penna serve sempre) e ho iniziato a disegnare tutto ciò che il patato mi commissionava da dentro. Il risultato finale: qualche Peppa Pig, il treno Bob e numerosi Barbapapà. Meno male che me la cavo con il disegno, tanti anni di architettura saranno serviti pur a qualcosa ;). La gioia di quando ho aperto la porta e ho potuto riabbracciare Iaia, non ve la sto a raccontare..